La SEO nel 2023

La SEO nel 2023

La SEO nel 2023

Come cambia un’attività che da utile è diventata indispensabile

Cos’è la SEO

SEO è un acronimo: Search Engine Optimization. Traduzione letterale: Ottimizzazione per i motori di ricerca.
Un operatore SEO, secondo questa definizione, deve assolvere a tutte quelle buone pratiche utili a scalare le SERP1 e collocare i siti su cui lavora, stabilmente nelle prime posizioni.
Essere tra i primi sui motori di ricerca consente ai brand di avere più visibilità, più clienti, più vendite… almeno così era fino a qualche tempo fa.
Le ultime ricerche ci forniscono dati che, apparentemente, rendono l’attività SEO molto meno utile di un tempo. Secondo un recente sondaggio in USA, infatti, gli utenti arrivano ai siti digitando direttamente l’URL (22%) o dai Social (16%) o dall’e-mail marketing (14%).
La ricerca organica sui motori di ricerca porta traffico al sito solo per 17%2.

Principali fonti di traffico web - da Hubspot

L’attività SEO, secondo questi dati, sarebbe ormai marginale, dovrebbe essere sostituita da altre attività. La SEO è morta, come dicono alcuni.
Errore.
La SEO non è morta, non è agonizzante, non è nemmeno malata. È, anzi, più viva che mai, dato che contrariamente alle apparenze, ha allargato il campo d’azione.
Scopo della SEO, negli anni 20 del 2000, è di fare in modo che i Brand riescano a intercettare il proprio pubblico, ovunque esso si trovi, fidelizzarlo e portarlo non solo ad acquistare il prodotto/servizio ma a divulgarne i plus a tutta la propria rete.
Come? Dando risposte certe, precise, informate; risolvendo i problemi; fornendo soluzioni… Fine ultimo della comunicazione online e di conseguenza, anche della SEO, è di essere utili, di elargire valore all’utente finale.
Una buona attività SEO dev’essere in grado di ottimizzare non solo il sito ma tutta la comunicazione al fine di intercettare le intenzioni di ricerca degli utenti e fornire loro le risposte che cercano.
Solo in questo modo un brand può comunicare col proprio pubblico, sempre e ovunque.

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1 Serch Engine Result Page. Altro acronimo che indica le pagine di risultati che il motore di ricerca ci restituisce a seguito di una nostra richiesta.

2 Fonte Hubspot

Come cambia l’attività SEO nella nuova geografia Web?

Ora sappiamo che la SEO non si occupa più solo dei motori di ricerca ma anche di tutte quelle piattaforme in cui è presente il pubblico potenziale dei brand.

Le piattaforme Social

Le attività, quindi, devono sicuramente includere le piattaforme social sulle quali è presente e attivo il pubblico di riferimento del Brand, quindi sviluppare contenuti e tattiche che portino traffico al sito web direttamente o attraverso la presenza in SERP.
Pur non essendo un fattore diretto di ranking, i contenuti pubblicati su alcuni social (non tutti ma YouTube e Twitter sì) sono scansionabili dai motori di ricerca e possono essere presenti in SERP, specie se associati alle parole chiave del Brand. Questo aiuta l’utente nel suo percorso di scoperta e, in definitiva, l’awareness del Brand.
L’oculato uso dei social giova anche alla reputazione del Brand, altro fattore indiretto di posizionamento e awareness, oltre a facilitare la creazione di community coinvolte e consapevoli.
In ultimo, il coinvolgimento degli utenti grazie ai contenuti social, aumenta la possibilità che alcuni di loro aggiungano backlink a quei contenuti sui loro blog.

L’Intelligenza Artificiale

Se ne fa un gran parlare e giustamente: è la tecnologia che rende “facile” a chiunque scrivere, creare, accedere a informazioni e dati.

In realtà, non rende facile proprio niente, velocizza però i tempi di realizzazione. Nell’ambito della SEO, per esempio, se siamo in grado di dare le giuste istruzioni a un’AI fondamentalmente incapace di ragionamento, possiamo ottenere velocemente alcuni elementi molto utili, come Title, Header, Description ecc.

Ho scritto “velocemente”, non “facilmente”: tutto ciò che l’AI ci propone va analizzato, confrontato con fonti autorevoli, corretto ed editato. Quasi sempre, anche umanizzato.

Lungi da essere un pericolo disastroso o la salvezza delle arti creative, l’Intelligenza Artificiale è uno strumento dalle straordinarie potenzialità. Sta all’Intelligenza Umana trarne ogni beneficio possibile.

L’importanza di una strategia di comunicazione

Per raggiungere un simile risultato è indispensabile pianificare bene e per tempo la propria comunicazione, scegliere attentamente i propri canali, modulare il giusto Tono di Voce.
È necessaria, insomma, una strategia che allarghi lo sguardo a tutti i possibili scenari che il Web ci offre: sito, blog, newsletter, social, app…

È difficile? No. È complesso? Sì.

Puoi farlo da solo?

La complessità spaventa un po’ perché richiede competenze e tempo che non sempre sono a disposizione di chi fa un altro lavoro e vuole aumentare visibilità, clientela e fatturato grazie al Web.
Alcuni ci provano, anche con risultati non disprezzabili, ma ti assicuro che il risparmio in denaro è azzerato dal maggior impiego di tempo, di energie e dall’aumento di stress e frustrazione.
Dove un esperto impiega mezz’ora, un principiante spreca tre ore e con risultati molto inferiori.
È come quando abbiamo un guasto alla macchina. Molti di noi hanno una conoscenza di massima del motore: l’hanno studiato a scuola guida o hanno visto lavorare un amico che se ne intende o hanno un cugino che si diverte con carburatori e spinterogeni (già da queste mie parole puoi capire che sono rimasto agli anni ’80 in quanto a cultura meccanica).
Questa conoscenza, però, non porterebbe nessuno di noi a metter mano al guasto, ci rivolgeremmo a un esperto meccanico, possibilmente bravo e di fiducia.
Lo stesso dovrebbe avvenire per il sito, per i social e per la strategia complessiva di comunicazione.
Un consulente esperto ti fa risparmiare tempo e denaro? No. Te ne fa guadagnare.

Sei d’accordo? Hai altre osservazioni o esperienze da condividere? Lo spazio dei commenti è a tua disposizione.

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